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storytelling fashion designer, giuliana becattini

Be Giuls

“Mi ricordo il tintinnio degli attrezzi metallici; quel rumore rassicurante che saliva dalla “stanza officina”, così la chiamavo.
Questo suono si alternava a quello più morbido del legno che veniva piallato e reso più lucido e liscio da altri attrezzi di cui non sapevo nemmeno il nome; interessante non era tanto quello, quanto vederne le loro silhouette che alimentavano la mia fantasia, facendomi immaginare tutte le forme che potevano essere create sotto quelle particolarissime superfici di ferro.
Il ricordo più vivo in assoluto però è su quelle mani, così grandi, calde, consumate dal lavoro quotidiano.”
Quelle mani, quella stanza, quei suoni…tutto apparteneva a mio padre ed è grazie a tutto questo se oggi sono una fashion designer e una dress maker.”

Se il nome Giuliana Becattini oggi si trasforma in Be Giuls è grazie a quelle ore passate da suo padre Giorgio dentro quella stanza e a tutte le giornate passate assieme giocando a creare qualcosa sempre nuovo e sempre straordinario.

ritratto fashion designer, sul blog dello storytelling

Giuliana, fiorentina doc, legatissima alla zona dell’Oltrarno, dove c’è anche l’atelier, è una donna minuta, sempre sorridente.
Dolce, ma decisa; a livello caratteriale sembra un perfetto mix tra l’immagine di una donna stilista e un uomo artigiano.
Sempre il legame con il padre appunto, che non la abbandona mai.
Anche se a dire il vero questa dote della manualità è nel DNA familiare: infatti anche la nonna materna è state l’ altra presenza fondamentale nella formazione creativa di Giuliana.

Il bozzetto di un bel vestito messo nell’armadio

Sembra essere una caratteristica davvero comune a tantissimi imprenditori.
Prima di trovare la propria strada, quella vera, costellata dai punti che ti fanno sobbalzare il cuore, sembra che ci sia sempre il bisogno di passare da lavori che sono qualcosa di assolutamente lontano.
Prima del suo attuale impiego Giuliana, diplomata in segretaria amministrativa, ha lavorato per molti anni come impiegata in azienda nel reparto amministrativo, tenendo i rapporti con i clienti esteri, organizzando fiere, e svolgendo tutta una serie di attività gestionali, ma non certo creative.

La crisi non è sempre un male

Poi arriva il 2002.
L’entrata in una multinazionale americana nel settore moda, che si occupava anche di ricerca di una serie infinita di prodotti per contro terzi. 
Sei anni importanti, dove dall’amministrazione è passata alle risorse umane , l’affiancamento ai buyers, l’organizzazione delle trasferte e i viaggi.
Durante quei sei anni i colleghi scoprono lo stile di Giuliana, sia dai capi che indossava, sia  dalla sua estrosa personalità.

Ma lo sappiamo; l’essere umano ha quasi sempre bisogno di un terremoto esterno per iniziare una rivoluzione interna.
E questo terremoto è la crisi mondiale del 2008.
La decisione immediata dal quartier generale USA è chiudere gli uffici europei, lasciando aperti solo quelli della Turchia, dell’ Asia e dell’ India.

 

La discesa e la salita

Ovviamente la prima sensazione è di sconforto, quando si perde il lavoro per cause troppo grandi e troppo esterne al tuo operato.
Ti senti solo, depresso, impotente.
C’è un però.
E forse quell’unico momento dove ascoltiamo le nostre viscere.
Quell’istinto che le sovrastrutture quotidiane affossano e che ci indica la giusta strada. Giusta, perché è l’unica.
Per Giuliana quella dove la creatività, dello stile e dell’uso delle mani.

Il primo passo è iscriversi a un corso di modellistica e cucito.
Da lì è un’autostrada sino a ciò che è adesso Be Giuls, fatta di anni di studio (che durano ancora oggi), partecipazioni a corsi per startupper, incontri con persone che ti danno il meglio e che ti arricchiscono alcune aree professionali in cui sei meno performante.
Come l’incontro con una professionista che negli anni precedenti aveva lavorato per importanti brand della moda e che ha saputo trasferirle input fondamentali come la modalità attraverso cui “tirar su” una collezione e strutturare la propria idea di fashion designer.

Fashion designer e dress maker: l’unione che è unicità

L’attenzione per la moda porta Giuliana a voler approfondire la capacità creativa, mentre l’artigianalità presente nel suo DNA la porta a vedere come un’incredibile opportunità quella di unire le due figure di fashion designer e dress maker che spesso si trovano separate.
Il vantaggio è presto detto: avere un’orizzonte visionario che ti consenta di “guardare oltre”, andare più in profondità nello stile, vederne i contorni e testarne immediatamente la fattibilità.
I primi esperimenti vengono mostrati alle amiche e ai contatti più vicini; le persone apprezzano, spingono a prendere la tortuosa e complicata, ma bellissima, strada del business e nell’estate 2011 Giuliana apre il suo atelier in via Romana a Firenze.

Il fascino degli anni 60-70 fra semplicità e delicatezza

Prende sempre più vigore lo stile di Giuliana Becattini e del brand Be Giuls che è una sintesi assoluta di diverse suggestioni: Parigi, Audrey Hepburn, una linea dritta, un colore pastello, Jaqueline Kennedy, un pied de poule, il tradizionale e il contemporaneo, l’eleganza e l’uso quotidiano dei bei vestiti.

Lo stile Be Giuls è la sintesi perfetta di un’eleganza non esclusiva, che può essere vissuta quotidianamente, impreziosendo la semplicità di un vestito con un accessorio in grado di valorizzarlo e completarlo.

giuliana becattini nel blog dello storytelling

Il Made in Italy nella via delle botteghe artigiane fiorentine

E’ in via Romana 62/r, la via dell’Oltrarno fiorentino, che è possibile vedere all’opera Giuliana.
Ma non solo.
E’ possibile vedere, provare, toccare, scrutare minuziosamente i dettagli delle sue creazioni, che sono strettamente realizzate in esemplare unico.
Accanto alla bottega dell’intarsiatore, dell’artigiana delle cornici, del falegname e del pittore, del gioielliere, come di un’altra stilista.
Perché alla fine è proprio questo il made in Italy; respirare quotidianamente la cultura del fare e riproporla secondo la propria sensibilità.
Facendosi guidare dal remoto ricordo di quelle grandi e calde mani di un padre che più o meno consapevolmente ti aveva già tracciato la strada da seguire.