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WO Italian Design

WO Italian Design nelle cave di Carrara, made in story, gianluca flammia

WO Italian Design

Tempo fa parlai con un architetto.
Quando mi raccontò del suo approccio ai progetti e soprattutto dell’approccio filosofico, se così possiamo chiamarlo, dell’architettura, un dettaglio rapì totalmente il mio interesse.
Un dettaglio quanto mai banale e scontato, addirittura così banale da venir assolutamente sottinteso sempre; ma senza il quale, l’architettura e anche la fotografia, non sarebbero così studiate, così affascinanti, così magiche, mai banali, mai uguali.
E’ la luce.
“Fotografia” vuol dire “scrivere con la luce”. 
Se ci fai caso, non esiste una foto bella che non abbia una bella luce.
In architettura, non esiste un’archistar che non ci giochi, più o meno in maniera fluida con la luce.
Mi immagino l’ultima creazione, a Milano di Za Ha Hadid; c’è la ricerca del movimento di un qualcosa che per sua natura è statico.
Ma c’è anche l’immaginarsi la luce nell’arco della giornata, delle stagioni, degli anni, che accarezza flebilmente le superfici vitree di questi gioielli moderni.
Presenze leggere, sempre diverse, sempre sfuggenti che rendono alcuni momenti della nostra vita davvero magici di una bellezza assolutamente effimera e volatile, ma non per questo meno importante.

grattacielo milano zaha hadid

E la luce è l’assoluta protagonista della storia di WO Italian Design di Alessandro e Silvia.
Sia perché il loro prodotto parla di luce.
Sia perché nasce nella luce.
Un cerchio che si chiude, custodito in un packaging quasi sempre bianco e nero, una sorta di colore binario come per dire “on – off”; accendi e spengi la luce.

La storia nasce nella luce perché Alessandro e Silvia stavano proprio lavorando a un progetto di architettura in edilizia; nello specifico stavano progettando una villa a Forte dei Marmi (LU), dove attenzione particolare doveva essere prestata all’illuminotecnica.
Deve essere stato un lampo, veloce come l’accensione di una lampadina; perché non inventarsi qualcosa che permetta alle persone di portarsi la luce con sé?

L’idea di portare la luce dove si vuole

Questo è il concept creativo di Alessandro e Silvia.
Custodire la luce in ciò che di più femminile possa esistere: una borsa, renderla il più fashion possibile e poi posizionarla dove più ci piace.
Cambiarne il posizionamento più volte, senza mai stancarsi.
Senza mai annoiarsi di portarsela dietro.
Essere per noi una presenza fidata, mai prevaricante, mai eccessiva. 
Così come una borsa.

Ritratto di imprenditore nel blog made in italy 
Alessandro è la parte creativa di WO Italian Design; sempre un sorriso sulle labbra, sguardo sveglio alla ricerca continua di un lampo di luce, ops, un lampo di genio per una nuova idea di design.
Sotto le sue mani (e quelle di Silvia ovviamente) sono passati prototipi di occhiali, sedie, mobili, e poi lampade, lampade, lampade ovviamente.

Silvia è il sorriso dell’azienda; la presenza femminile che ingentilisce tutto e rende più fashion, più bello, più aggraziato ciò che viene prodotto internamente.
Oltre a questo porta con sé anche l’attenzione e la determinazione, tutte femminili, che in un mercato come quello dell’architettura e del design, sono requisiti assolutamente necessari.

La sfida di ingabbiare la luce

L’impresa non è solo concettuale.
Da decenni, se non da qualche secolo, tutte le aziende di interior design, si cimentano nel modo più creativo e geniale di dare un contorno e una cornice alla luce.
E da sempre il grado di difficoltà si alza o si abbassa, anche in relazione all’utilizzo dei materiali e alla forma che viene data alla “cornice”.
Nel caso di WO Italian Design l’asticella della difficoltà si innalza a causa del materiale, il polipropilene che si deve lasciar curvare, stampare e deve farsi modellare per creare i giusti incastri per chiudersi su se stesso a formare la borsa.

lampade di design nel blog dello storytelling

E la sfida di trovare il giusto fornitore

Non se ne parla mai nei libri di economia o nello storytelling delle aziende, eppure una fase estremamente delicata del successo di un’azienda passa spesso da chi il materiale lo produce.
Affidabilità, prezzi competitivi, abilità nel lavorare il materiale, produttività, perseguimento di obiettivi comuni, sono solo alcuni dei parametri su cui valutare l’operato di un fornitore.
Alessandro e Silvia, tra il serio e il faceto, raccontano e hanno ancora vividi i ricordi, le difficoltà e le incomprensioni, ma anche i successi di queste convivenze.
Come la prima volta in cui hanno provato l’emozione di vedere la loro luce, da tempo inseguita e alla fine catturata in una borsa di luce candida, sotto le proprie mani.
O come quando, nella preparazione della loro prima fiera, sono stati lasciati da soli a caricare i loro prodotti dentro il furgone, perché quel sabato il fornitore doveva seguire una cosa ben più importante: la partita di campionato della Carrarese.
E anche questo fa parte dell’artigianato Made in Italy; perché non esiste impegno più importante, più urgente di una partita di Calcio, anche se si è in Serie B, in C o nei campi più lontani di periferia, dove non cresce un filo d’erba a pagarlo oro.

Forse la voglia di incorniciare la luce all’interno di una borsa fashion è proprio la metafora del business di WO Italian Design; una sfida quotidiana di mettere insieme elementi diversi, con particolarità uniche e inimitabili, ma che sono ciascuno assolutamente sfuggenti, indipendenti, talvolta incontrollabili.

E’ la sfida di creare un mix imperfetto che trova la sua perfezione nel congiungere due elementi che si sono amati sin dalla notte dei tempi, dapprima conosciuti grazie a qualche dio pagano e poi portati a spasso per il mondo e lo spazio vicendevolmente; l’uomo e la luce.