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esempi di storytelling, Homewood su Made in Story

Homewood

Arredamento Made in Italy in stile British.

Ma non diciamo cavolate. E’ puro stile italiano.

In pochi lo sanno, ma è tutta colpa di Inigo Jones.

Architetto e scenografo britannico del ’600  importò oltremanica uno stile che era nato nella nostra Penisola, nella Roma antica, passando per la Firenze rinascimentale e il Veneto di Palladio, per scrivere sul passaporto della nuova architettura anglosassone il termine British Style.
O English come dir si voglia.

Ecco che allora quelli che sono divenuti gli stili che tutti associamo ai paesi anglofoni, come lo stile georgiano, vittoriano, coloniale, federale, shaker, sono tutti figli della cultura italiana.

Homewood: il momento di chiudere il cerchio.

Riportare in Italia un modo originale di arredare la casa

E poi arriva il momento nel quale due architetti, Luca e Alessandro, decidono che è arrivato il momento di chiudere il cerchio e riportare in Italia quello stile, quell’impronta che solo gli artisti che hanno respirato sin dalla nascita l’aria dell’equilibrio e dell’armonia potevano concepire.

Il concept è proporre uno stile British (vabbè, adesso per intenderci chiamiamolo così), nel settore dell’arredamento: cucine, armadi, camini e boiserie, associandolo a una qualità e una costruzione artigianale tutta Made in Italy.
Più nello specifico Toscana, visto che Luca e Alessandro vivono e lavorano nel distretto della lavorazione del legno, quello che va da Ponsacco sino a Perignano, entrambe in provincia di Pisa.

A Luca se gli si facessero le analisi del sangue, sicuramente verrebbe fuori che ha il sangue italo-britannico.

E’ un puro difensore della classicità e dell’arte italiana, ma quando lo senti parlare percepisci tutto il suo amore verso l’Inghilterra e tutto ciò che si porta dietro; lo stile, il mood, la cultura, il modo di pensare.
E’ come vedere la parte più creativa inglese, la parte avvolta da quella patina trendy e cool che ci porta indietro sino ai tempi dei Beatles.

Alessandro invece sembra rappresentare la parte più “inflessibile” della cultura inglese, quella del formalismo e del rigore.

La avverti semplicemente guardando la sua postura; più dritta e formale appunto.
 Anche se poi, sotto sotto, c’è tutta la schiettezza e l’ironia della Toscana più autentica.

A livello lavorativo, le peculirità di entrambi si concretizzano in una divisione di ruoli dove, seppur il lavoro di entrambi è interscambiabile, a Luca spetta la parte più “sperimentale”, a Alessandro quella più “disciplinata”, passata sui numeri, le proporzioni, le misure da rispettare e “far tornare”.

Il concept Homewood.

Progetto artigianale completamente su misura.

La provenienza di Luca e Alessandro è l’architettura; entrambi hanno da tempo uno studio attraverso il quale svolgono la professione di architetti, soprattutto nella realizzazione di progetti residenziali.

Dalle richieste dei loro clienti e dal loro approccio basato sull’importanza del progetto in tutta la sua complessità, nasce l’idea di colmare una lacuna fra i brand arredativi italiani caratterizzata dalla mancanza di un player che fosse in grado di proporre soluzioni bespoke, ossia su misura, in stile British unito all’artigianalità tutta Made in Italy.

Ma cosa vuol dire davvero “su misura”?

Non è semplicemente prendere le misure degli spazi interni della casa e adattare i vari pezzi ad essa.
Certo che no!
E’ “prendere le misure” alla famiglia, alle persone che ci andranno ad abitare e quegli spazi li vivranno quotidianamente.
Un nome, un cognome, l’indole, i figli, un contesto paesaggistico, la tipologia di luce che entra; è questo mix di fattori che crea i contorni, i colori, gli spazi.

“Lo spazio detta le regole e la composizione è un ‘unicum irripetibile”.

E’ l’approccio classico, quello che con la “strada modernista” abbiamo perso per strada.
Prima il progetto era globale; edilizia e arredamento andavano di pari passo senza soluzione di continuità, seguendo la strada del rigore e della coerenza.
Oggi invece c’è l’attaccamento all’oggetto, il possesso dell’icona cult, il must have da esibire in casa che prevarica la forza del progetto.
In Homewood questo non può esistere; tutto è coerenza e libertà nel rigore.

“Oggetti unici, senza tempo contro il “consumo semantico”

Definito lo spazio interno e individuato l’arredamento, si passa alla fase realizzativa.
E’ il momento forse più poetico dell’intero flusso lavorativo.
E’ il momento di parlare con gli artigiani, di comunicare quelle informazioni che loro sapranno trasferire al legno che prenderà forma sotto le loro sapienti mani.

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Verranno creati prodotti senza tempo, custodi di quella patina che li farà vivere in eterno, con quel fascino, quell’aura che mai, nemmeno lontanamente un oggetto uscito dalla catena di montaggio potrà avere.
La scelta è semplice; da una parte oggetti standardizzati, industriali che con facilità ti annoiano e che senti l’impulso di dover sostituire anzitempo con un altro con le medesime caratteristiche, dall’altra oggetti vissuti e carichi di vita.
 Perché quelle mani, quei calli hanno trasferito loro tutte le sfumature stilistiche e realizzative che solo la poetica artigiana sa fare.

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Il “bello e buono” del Made in Italy.

Ma come fa a suonare superata una frase come…“un’architettura è bella”.

E’ un po’ in questa frase che si traduce tutto il posizionamento sul mercato di Homewood.

Il loro approccio, la loro cultura accademica, la fonte di ispirazione è il “bello” classico, il bello e buono (Kalokagathia) dell’antica Grecia.
Oggi sembra un vocabolo da non poter usare perché soppiantato ormai da altri più contemporanei; “eco-sostenibile”, “a basso impatto ambientale”, “funzionale” e così via.

Ma è il “bello” classico che rende un progetto architettonico e di arredamento armonioso, equilibrato, vivibile, eterno.

Come gli oggetti proposti da Homewood; che abbiano l’accento italico o britannico, si portano con se in un circolo virtuoso in toto tutte queste caratteristiche.

Forse la classicità italiana aveva bisogno di quel benedetto Inigo Jones per rendere maggiormente “business oriented” e più moderno quello che noi, popolo di artisti, siamo riusciti magnificamente a creare, ma che poi abbiamo pian piano dimenticato.

Scopri la produzione Homewood.

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