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Birra de’ Neri

 

Sassi enormi e personaggi strani fanno la birra artigianale

Esiste un bosco vicino Suvereto dove esistono massi enormi nascosti qua e la, li vedi affiorare con una certa imponenza fra gli alberi di querce e lecci; la località non a caso viene chiamata Massoni.

La storia della birra de’ Neri è recentissima e nasce nella fattoria di San Ottaviano, a Monterotondo Marittimo vicino Suvereto (LI), appunto.
Una storia che affonda le sue radici in un passato lontano e vissuto, tanto vissuto e unico da rendere il temperamento delle birre de’ Neri così diversificato e originale, così come i personaggi che hanno preso possesso della fattoria, l’hanno sviluppata e ampliata per oltre 100 anni.

Un eccentrico capostipite

La storia nasce con Bartolo – l’eccentrico – che a cavallo del suo destriero, decide che quella sarebbe stata la terra che avrebbe ospitato le sue greggi e dove avrebbe albergato la sua dinastia.

esempi di storytelling su made in storyIl fascino e il mistero di quest’uomo nascono grazie al suo carattere: testardo, incosciente, infaticabile lavoratore da una parte e amante della vita, un pò Don Giovanni e spericolato coi motori dall’altra. Ma soprattutto grazie ai suoi innumerevoli aneddoti che lo hanno reso celebre fra i vecchi abitanti del posto.

Ormai famose sono le sue abitudini, come l’andare sempre e dovunque a cavallo, oppure, qualche anno dopo (con l’avvento delle automobili), la sventura di parcheggiare la macchina su un tratto scosceso in collina e ritrovarla qualche ora dopo fracassata in uno dei suoi campi, perché posteggiata senza il freno a mano.

Un figlio artista che scompare e il nipote studioso

Ciò che era stato creato da Bartolo, passa direttamente nelle mani e nella responsabilità di Marco – lo studioso – che applica immediatamente ciò che aveva letto e approfondito nei suoi manuali economici; passare dalla pastorizia all’agricoltura.
Si diceva che il nuovo boom economico fosse caratterizzato dalla coltivazione dei cereali, e così fu.
Ma non fu quella l’unica intuizione “visionaria” che ebbe.
Come uno Steve Jobs dei tempi che furono capì che quella fattoria poteva fare qualcosa in più  che semplicemente far vivere il nucleo familiare: accogliere gli ospiti per le vacanze estive.
“Metti qualche letto in più, prepara un pò di caffè, pane e marmellata la mattina e apriamo le porte ai forestieri”.
Nasce un nuovo business…qualche anno più addietro li chiameranno agriturismi.

Abbiamo saltato un passaggio, una generazione; non ci siamo scordati di Marino, l’artista, che appunto quando era il suo momento, se n’è andato per altri lidi.
Ma c’è sempre un tempo per tutto ed ecco che Marino ritorna a supportare l’ultima new entry, Francesco – l’alchimista; Francesco è giovane, è creativo, vive il mondo moderno, fatto di social network e tecnologia, ma ha bisogno di sapere come rattoppare una situazione, dalla meccanica al legno, dal cemento alla terra.
La spalla di Marino è sempre stata la moglie Ilva – la generosa – che aveva sempre una parola e un aiuto per tutti. Se avevi un problema andavi da lei e una soluzione la trovava sempre.

L’alchimista e l’ennesima rivoluzione

La creatività e i nuovi stimoli apportati da Francesco, portano ad un ennesimo cambiamento interno; passare dal prodotto semilavorato, i cereali, da destinare all’ingrosso, al prodotto finito, la birra.
La crisi c’è se non sai cogliere i cambiamenti nell’aria; qui l’aria è tersa e pulita, a volte senti il sapore del salmastro solleticarti le narici.
L’atmosfera è così frizzante da aguzzare l’ingegno di Francesco.
Nasce il progetto del birrificio agricolo de’ Neri.
L’idea non poteva diventare una concreta realtà senza prima l’ avvallo della mamma, Francesca – la schietta.

La dama e lo splendido

Legate a Francesco ci sono le due figure di Pamela e Giulio.
Pamela – la dama – è colei che che con eleganza e stile da nobildonna medievale sopporta e supporta la vita imprenditoriale del fidanzato Francesco.

fotografo ritratto valerio neri

Il fratello Giulio – lo splendido è il PR dell’azienda; col suo bar e il suo ristorante intrattiene i clienti presentando le caratteristiche e i segreti delle birre prodotte dal fratello.

La Poliglotta e il Rockettaro

Arriviamo infine a Francesca e Valerio, braccio sinistro e braccio destro dell’imprenditore Francesco; Francesca – la poliglotta – è il ponte fra questa parte di Toscana e il Mondo, intrattiene gli ospiti dell’agriturismo e porta avanti la gestione dello stesso.

Mentre Valerio – il musicista, a suon di “schitarrate” dei Queens of the Stone Age e il rap metallaro dei Rage Against The Machine, segue la parte del birrificio e la vendita al cliente finale.

“La terra è bassa”. No. E’ pura creatività

E’ sano divertimento.
E’ social.
E’ 2.0.
E’ una foto su instagram con i cereali pronti per la raccolta.
E’ sperimentazione e alchimia.

E’ una “tomorrow land” dove i giovani possano dimostrare che esiste ancora un luogo dove c’è ancora spazio per la fatica e la dedizione. Un luogo dove non è tutto bianco o nero.
Dove le sfumature di grigio sono caratterizzate dalle influenze, dalle suggestioni globali, dalle opportunità che il web ti srotola tutti i giorni sotto gli occhi.
Basta solo avere gli occhi per vederle; prendere o lasciare.
Stare solo sul trattore o cogliere la metropolitana digitale.
Stare solo curvo con la schiena e il viso che guarda la terra. O fissare di tanto in tanto il monitor del portatile per fiutare una nuova collaborazione, scrutare un marketplace alimentare o di eccellenze made in italy.
Non bisogna prendere a calci le tradizioni secolari.
E’ solo questione di evoluzione e adattamento.
Una ricetta vecchia come la preparazione del pane e unico antidoto contro la crisi.

Toscana svegliati! Non di solo vino e olio si allieta il mondo

Certo che una domanda Francesco se la pone sempre: “Ma se la Toscana da sempre produce e coltiva orzo e cereali in genere, perché è così poco radicata la cultura e il consumo della birra?”
L’intento è quindi non solo proporre  un progetto “produzione birra in Toscana”, ma soprattutto quello di sviluppare una cultura della birra, anzi delle birre.
Se esistono centinaia, migliaia di varianti di vino e di olio, perché pensare che di birra ce ne sia soltanto una?